Guarda verso l’alto. Partiamo da qui. Il simbolo della Casata nobiliare che possedeva questo castello. I Ventimiglia. Alabarde, sciabole, lance, cannoni. Gente con cui non c’era troppo da scherzare, i Ventimiglia…

Una pausa dalla città fatta dall’uomo, con tutte le sue cose, case, le sue merci, i suoi traffici. Fai qualche passo tra i vialetti dell’orto.
Osserva… Stringi tra le dita alcune di queste erbe aromatiche… Rosmarino… Lavanda… Cos’altro?

Tutto questo silenzio, quest’eleganza, formalità, tutta questa solennità. No, non sono le opere. È proprio… l’aria dei musei. Ci sono altre persone, qui? Cosa fanno? Guardale… Stanno bene? Cioè: sembrano… a posto, con la testa?

Uno spazio per te, una piccola solitudine personale. Eccoti… Respira. Respira profondamente… Un luogo speciale. Una torre – il nucleo più antico di questo castello – e di questo museo… trasformata chissà come, chissà quando, chissà perché in un pozzo dei desideri. Che effetto ti fa?

Tutto questo silenzio, quest’eleganza, formalità, tutta questa solennità. No, non sono le opere. È proprio… l’aria dei musei. Ci sono altre persone, qui? Cosa fanno? Guardale… Stanno bene? Cioè: sembrano… a posto, con la testa?

Questo vestito nero – segno di rottura e delirio - parlerà per me, ed i miei occhi, freddi, quasi agghiaccianti, saranno la risposta alle domande che non mi farà mai.

Artisti. Vite da artisti. Vite straordinarie. Beh, sì, ma non tutti…

Ustica, grotta delle acque è un quadro di Paolo Cicero. È un quadro che suscita una sorta di mistero in chi lo osserva

Il quadro di Paolo Cicero Nudo femminile rappresenta una donna nuda distesa sul bordo di un lago. Dietro di lei c’è dell’erba color verde e gialla e un albero maestoso pieno di fiori viola.

La Notte di Sant’Anna. Un cielo così celeste, forse, nessuno l’aveva visto mai. L’opera raffigura il cielo notturno delle Madonie di tanti secoli fa, quando, una notte di maggio – l’anno è il 1454 – la reliquia della santa patrona di Castelbuono fu trasportata qui.

Una serie di ritratti immaginari di artisti. Quando li abbiamo scritti non lo sapevamo, ma gran parte dei nostri ritratti avevano alla fine un elemento spirituale, chissà perché.

Angeli, figure di paradiso e maschere infernali. Aquile, cornucopie, gru, e putti. E ippocampi e sirene e gargoyle. E poi oro. Oro. Oro. Oro! Che non si badi a spese!