Manifesto dei Musei dei Piccoli Borghi e dei Territori
La situazione generata dall’emergenza Covid è stata, forse, un “male necessario” per comprendere il fallimento di un modello culturale basato sulla iperproduzione di contenuti, e spesso su una snaturalizzazione di obiettivi e scale di lavoro, ma anche l’urgenza di instaurare una relazione più consapevole e autentica con i territori di riferimento su cui operano i musei. Ripensare i musei come dispositivi capaci di attivare relazioni e azioni più efficaci è una riflessione che emerge dal concetto di “dispositivo” che il filosofo Michel Foucault identifica come “punto di connessione di elementi eterogenei, come risposta ad un obiettivo strategico”. Se le istituzioni culturali infatti rappresentano il luogo della formazione e della proposizione di un interesse pubblico, rivolto alla società, il management museale dovrebbe essere processo di partecipazione, verso e per il pubblico, attuando un radicale cambiamento del ruolo stesso dell’istituzione all’interno di una comunità. I piccoli borghi italiani incarnano quello che molti paesaggisti e architetti individuano oggi come i luoghi-simbolo di un futuro ecosostenibile, ovvero l’idea di un bene comune, simile a “un fascio di relazioni a doppio senso, che va dai soggetti alle cose e viceversa” – secondo la definizione data dal filosofo del diritto Francesco Viola.
Una concreta proposta per un futuro sostenibile delle istituzioni culturali è il ripensamento del Museo come dispositivo pedagogico, e l’incremento degli investimenti destinati all’educazione e al coinvolgimento degli artisti chiamati a partecipare attivamente ai processi di relazione tra il museo e le comunità.
Il “Manifesto dei musei dei piccoli borghi e dei territori” riassume in dieci punti l’idea di un nuovo modello culturale.
Laura Barreca
Direttrice Museo Civico Castelbuono (Palermo)
Direttrice Artistica mudaC | museo delle arti Carrara
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